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Fotografia sociale: cinque anni per raccontare la comunità Rom a Torino


Si chiama Andrea Ciprelli, è un giovane fotografo torinese con le idee chiare e diversi progetti di valore che toccano la fotografia sociale. E’ un amico e uomo di fotografia che si interroga molto e trasforma tali interrogativi in immagini, ricerca e forti emozioni. E’ lui che abbiamo avuto il piacere di intervistare con Paola Borgnino nel corso di “Fotografica-Mente parlando” di questa settimana. “Mi sono ritrovato in un accampamento Rom. Gli zingari mi hanno adottato e sono rimasto vicino a loro per 5 anni. Sto facendo ordine tra scritti e fotografie per dare voce ad una delle esperienze piu’ forti della mia vita” ci ha detto. Andrea Ciprelli è da sempre immerso in un ambiente difficile da comprendere, dove le contraddizioni culturali convivono e lottano quotidianamente con le convenzioni sociali. “Questa abitudine, insieme alla curiosità sempre latente di vedere oltre il muro – ed oltre i muri – mi ha condotto a cercare di dare voce tramite le immagini a storie e realtà altrimenti destinate ad essere sopraffatte dalle parole”. Vi invito ad ascoltare questa puntata perché ci sono davvero tante cose che riguardano il senso della fotografia e del fotografare. Stimo Andrea Ciprelli che, come tutti i fotografi, si occupa di fotografia di matrimonio, per vivere, e di fotografia sociale e documentazione per dare cibo all’anima. Se un fotografo vi dice che fotografa perché nelle persone che immortala “Guardando a fondo, entrando in contatto con la loro parte più delicata, la più fragile; ritrovo parti di me stesso” beh, io un orecchio per ascoltarlo lo dare volentieri. Tocca a voi ora. Ascoltatelo.

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